

Il 17 di luglio 2018 é stato il giorno mondiale delle famose “Emoji” dette anche “faccine”, quelle che vengono utilizzate tutti i giorni nei nostri telefoni per espressare i nostri stati d’animo e che si puó dire oramai siano diventate di uso piú che comune nel linguaggio scritto di tutti.
Le emoji si dividono in due categorie: quelle definite per il Consorzio Unicode che stabilisce delle norme per il carattere del teclato e quelle di dominio privato. Le leggi di Unicode permettono di riconoscere queste icone in distinte piattaforme permettendo che si riconoscano da un cellulare ad un altro una volta trasmesse. Nonostante Unicode provi a conformare le Emoji, puó accadere che non siano uguali in tutte le piattaforme. Per fare un esempio alcune piattaforme elettroniche hanno collocato il formaggio dell’hamburger sopra e in altre sotto. Per quanto riguarda invece le Emoji di carattere privato, funzionano solo in alcune piattaforme e se si inviano in un altro cellurare che non ha le stesse, il destinatario le riceverá come un simbolo.
Il Consorzio Unicode non adotta Emoji protette dai diritti della proprietá intellettuale, peró esistono delle Emoji di marca che vengono adottate da altre piattaforme, per esempio quelle della famosa Kim Kardashian che ha una propria collezione di Emoji chiamate “Kimoji”.
Per questo, como abbiamo visto per i personaggi famosi, il diritto d’autore puó proteggere le proprie Emoji individuali sia che sia di dominio privato che di carattere Unicode, peró la maggiorparte delle stesse non puó beneficiare di tale protezione per alcuni semplici motivi: che sono semplici e non costituite da elementi di espressione sufficienti per costituire opera dell’autore, inoltre possono unirsi e quindi espressare un’idea con un numero illimitato di Emoji e per ultimo ma non meno importante Unicode rinnucia, anche se la sua politica non é molto chiara, alla proprietá delle “faccette” concedendo il libero uso delle stesse.
Le Emoji che possono essere soggette al diritto d’autore sono quelle di dominio privato che riflettono un´importante impronta creativa, peró nonostante possano proteggersi con il diritto d’autore, si tratta di un diritto abbastanza limitato. Per esempio molti tribunali Americani applicano in maniera ampia il principio della difesa di “Uso Leale” per autorizzare l’uso di quelle Emoji che non siano identiche.
Tuttavia, nonostante non sempre e in maniera limitata le Emoji non possono proteggersi con il Diritto d’autore, nella maniera in cui distinguono servizi e prodotti nel mercato possono tutelarsi i propri diritti sulle stesse come Marchio. Necessario per il registro di una Emoji come Marchio é la distintivitá dello stesso, questo esclude il registro di quelle Emoji comuni e di uso generalizzato che possono creare problemi con le varie piattaforme.
Un’ ultima considerazione riguarda invece la possibilitá di registrazione di Emoji come Disegno Industriale, questo accade quando sono elemento di un disegno ornamentale e non funzionale al prodotto.