

La mediazione è una delle procedure di risoluzione alternative delle controversie in materia di proprietà intellettuale e tecnologia, chiamate ADR (Alternative Dispute Resolution), e si configura come uno strumento che consente di avere una veloce soluzione delle controversie, senza ricorrere al giudice. Attraverso la mediazione è possibile avere un maggior controllo sulla procedura dal punto di costi e di tempistiche e permette di mantenere la lite riservata, un aspetto molto importante specialmente in tema di proprietà intellettuale.
Le procedure ADR rappresentano delle alternative al procedimento giurisdizionale ordinario, e sono finalizzate ad una risoluzione più efficiente delle controversie. Gli strumenti ADR sono particolarmente adatti a risolvere dispute commerciali relative a PI e tecnologia, soprattutto nel caso di conflitti che coinvolgono diverse giurisdizioni. Le procedure ADR si caratterizzano per la loro flessibilità, rapidità ed economicità. Inoltre, la natura volontaria e riservata delle procedure ADR spesso favorisce un approccio più conciliatorio, che permette alle parti, una volta risolta la controversia, di mantenere ed eventualmente intraprendere relazioni di natura commerciale.
Tra le procedure ADR offerte dal Centro WIPO si annoverano: la mediazione, l’arbitrato, l’arbitrato accelerato e l’expert determination.
Mediazione: la mediazione è una procedura volontaria in cui un terzo imparziale, il mediatore, assiste le parti nella ricerca di un accordo volto a risolvere la controversia, sulla base dei rispettivi interessi.
Arbitrato: l’arbitrato è una procedura volontaria in cui le parti sottopongono la loro controversia alla decisione di uno o più arbitri scelti dalle parti. Tale decisione (lodo arbitrale) è vincolante per le parti.
Arbitrato Accelerato: l’arbitrato accelerato è una procedura arbitrale con costi e tempi ulteriormente ridotti.
Expert Determination: l’expert determination è una procedura volontaria in cui le parti sottopongono una questione specifica (per esempio, di natura tecnica) alla opinione di uno o più esperti.
Nonostante le dispute in materia di PI e tecnologia possano essere risolte tramite il ricorso all’autorità giudiziaria, vi è un sempre maggior interesse a ricorrere a tali strumenti per i vantaggi che tali procedure offrono, ad esempio, a differenza della causa in Tribunale, la mediazione consente alle parti di mantenere il controllo sul procedimento, sull’esito, sui tempi e sui costi, che sono individuabili in anticipo. La mediazione consente inoltre alle parti di scegliere un mediatore con specifiche competenze nella gestione del conflitto in materia di proprietà intellettuale e tecnologia. Altri punti a favore della mediazione sono il mantenimento della relazione commerciale che verrebbe compromessa da un giudizio, da dove escono vincitori e vinti. Si aggiunga poi l’assoluta riservatezza e la possibilità di discutere di questioni in una unica sede, mentre, se la questione è portata davanti a un giudice, si potrebbe dover litigare in molteplici giurisdizioni.
In base ai dati forniti da CAM, la mediazione in campo di IP e tecnologia viene utilizzata soprattutto per contratti di trasferimento tecnologico, di ricerca e sviluppo dei brevetti; per contratti di licenza per estensione della licenza oppure pagamento delle royalties, per la tutela, violazione, coesistenza e confondibilità dei marchi e per liti in merito al diritto d’autore.
Dai dati forniti da WIPO inoltre si osserva che gli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie quali mediazione, arbitrato ed expert determination in campo IP e tecnologia sono stati utilizzati dal 2015 al 2020 per la gestione di 272 casi e che attraverso la mediazione le parti arrivano a un accordo nel 70% dei casi.
UIBM e il Centro di Arbitrato e Mediazione della Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (Centro WIPO) collaborano al fine di promuovere l’utilizzo di queste procedure ADR per risolvere controversie in materia di PI e tecnologia in Italia.
Aspettando la decisione ufficiale sulla sede futura del Tribunale Unificato dei Brevetti, per cui la città di Milano è candidata, la Camera Arbitrale di Milano (CAM) ha recentemente stretto un accordo di collaborazione con il Centro di Arbitrato e Mediazione WIPO (World Intellectual Property Organization Arbitration and Mediation Center), al fine di sostenere la mediazione per la risoluzione di controversie internazionali in materia di proprietà intellettuale e tecnologia.
L’accordo prevede innanzitutto una gestione congiunta di CAM e WIPO delle procedure di mediazione per controversie in materia di IP e tecnologia in cui una delle parti della lite non è italiana.
Le procedure di mediazione WIPO-CAM si basano sul regolamento WIPO il quale è applicabile a tutte le controversie di carattere commerciale e contiene alcune disposizioni adeguate alle esigenze delle controversie in ambito di proprietà intellettuale e tecnologia, per esempio in tema di riservatezza dei procedimenti.
Nell’accordo di collaborazione viene inoltre offerto un modello di clausola standard di mediazione da utilizzare nei propri contratti e un modello di accordo, da usare in mancanza di una clausola contrattuale di mediazione CAM-WIPO. Oltre a questo le due istituzioni hanno redatto una lista di mediatori specializzati nella gestione di liti in materia di tecnologia e IP.
La Camera Arbitrale di Milano e il Centro Arbitrato WIPO si impegnano quindi a promuovere l’utilizzo della mediazione come strumento di risoluzione in ambiti ancora legati al tribunale.
In attesa della decisione sulla futura sede del Tribunale Unificato dei Brevetti, a Milano si stringono alleanze con Istituzioni mondiali in tema di proprietà intellettuale.
Infatti, la Camera Arbitrale di Milano (CAM) e il Centro di Arbitrato e Mediazione WIPO (World Intellectual Property Organization Arbitration and Mediation Center), agenzia dell’ONU, hanno sottoscritto un Accordo di collaborazione per favorire l’uso della mediazione, come strumento di risoluzione consensuale delle controversie, in ambito internazionale in materia di IP e tecnologia.